Una storia d’inverno – Massimo Storchi

Gli strani casi di Dario Lamberti vol.4

 

 

Dicembre 1956.
Una casa ospitale per borghesi facoltosi e ragazze disponibili, ricatti e omicidi nella Reggio agitata dall’invasione sovietica dell’Ungheria e lanciata nella speculazione edilizia mascherata da benefica ricostruzione.
Dario, ancora in bilico fra passato e presente, insegue ricordi e pensieri ma si ritrova a confrontarsi ancora con la sua famiglia, irreprensibile e al di sopra di ogni sospetto.
O che almeno così deve apparire. Ma i fratelli non si possono scegliere e Dario dovrà fare i conti con una parte importante della propria vita e capire che non sempre il passato è una buona meta dove rifugiarsi.

Quarta puntata dei casi di Dario.
Siamo nell’Italia delle “case chiuse”: alla vigilia ormai della loro sofferta, reale chiusura, che avverrà nel 1958.
Per chi ama le storie più oscure ambientate nella profonda provincia, questa intricata indagine di Lamberti ha tutto il profumo di un giallo alla Simenon in versione italiana, o di un noir francese trapiantato nelle nebbie e nel gelo della pianura padana.

 

 

Massimo Storchi, storico e archivista, è Direttore del Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia. Ha pubblicato diversi saggi su fascismo, cooperazione, Resistenza e antifascismo. Suoi testi e contributi sono stati pubblicati in UK, Germania, Russia.

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La purificazione della memoria – Don Gian Emanuele Muratore

Cattolici e valdesi a Favale di Malvaro

Prefazione di Derio Olivero

Postfazione di Brunetta Salvarani

 

 

«In un paese dell’entroterra ligure, Favale di Malvaro, un piccolo cimitero valdese e una lapide nella chiesa parrocchiale testimoniano della presenza di una comunità valdese tra il 1847 e il 1917 e della conflittualità di allora con il parroco e la comunità cattolica.
Nel 2013, l’esperienza della “riconciliazione” di quella ferita storica, vissuta da parroco anche attraverso la posa di una nuova lapide, di sapore ecumenico, è stata l’occasione per approfondire il valore della purificazione della memoria, dal Concilio Vaticano II in poi, nell’agire ecumenico dei cattolici e il loro rapporto – spesso conflittuale – con i valdesi in Italia, ma ora, come spero testimoni questa piccola storia locale, sempre più promettente».
Don Gian Emanuele Muratore

 

 

Don Gian Emanuele Muratore, nato a Chiavari nel 1970, è stato ordinato prete nel 2000. Parroco a Santa Margherita Ligure dal 2013, dal 2016 è delegato della diocesi di Chiavari per l’ecumenismo e il dialogo religioso.


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Il giudizio di Salomone – Vittorio Pavoncello

Israele-Palestina

 

 

«Oggi, più che mai, una sconfitta dell’antisemitismo e antiisraelitismo passa inevitabilmente attraverso una soluzione del conflitto israelo-palestinese. […] I contenuti, le soluzioni qui proposte non incontreranno immediatamente il consenso, e probabilmente saranno più le ostilità che le concordie».
Il giudizio di Salomone è un pamphlet appassionato e destinato a far discutere.
La proposta di Vittorio Pavoncello si ispira al celebre episodio biblico di Salomone e del suo giudizio sul bambino conteso da due madri. Se esse non arrivano a un accordo, a uno slancio verso la salvezza della vita, il bimbo morirà.

Secondo l’autore, una metafora forte che ben si adatta al conflitto Israele-Palestina. Di morti ce ne sono stati già tanti, molti di essi bambini, appunto. La scelta è fra proseguire egoisticamente nel proprio diritto su un figlio, oppure optare per la vita della prole con uno spirito di abnegazione che solo una madre autentica può avere verso la propria creatura.

L’idea dell’autore è di dividere i palestinesi in due Stati e di riformulare la geografia di Israele e Gaza, con tutto quello che comporta. Non sarà facile: ma se si vuole davvero trovare una soluzione a un dramma che si trascina da troppo tempo, bisogna avere il coraggio dell’impopolarità.
Perché «la pace è una cosa nuova e nelle novità va cercata, perché possa sorprendere e rendere la guerra una pratica obsoleta».

Un libro che si offre con coraggio come una originale proposta di analisi e soluzione per uno dei più drammatici problemi dell’età contemporanea: la questione israelo-palestinese. Questa infinita storia «che consuma di energie, risorse e paure il cuore del Medio Oriente ha solo in apparenza due nemici eterni e mortali», scrive Furio Colombo nella Prefazione.
Il libro di Pavoncello «è una riflessione che spinge ad altre riflessioni e diventa una sorta di anticipazione a fatti che potrebbero accadere o che stanno già accadendo».

 

 

Vittorio Pavoncello è regista, scrittore, artista. Fra le sue opere: Spam story e Tutte le foto del mondo tranne una, Profumo di fascismo e sali del Mar Morto, Il serpente nel Big bang, Cheese!, con Furio Colombo Hitler non è mai esistito. Un memorabile oblio e Ultime grida dalla storia.
Interessato fin dai suoi esordi come regista al tema della Shoah e dell’antiisraelitismo, ha curato per sei edizioni il Premio Teatro e Shoah con il CeRse dell’Università di Tor Vergata e la Fondazione Museo della Shoah. È direttore artistico dell’Associazione ecad e ideatore di SpamLife. Di recente ha creato gli Stati Generali della Memoria.

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Boris Giuliano di Daniele Billitteri

 

 

«Quelli che, alla fine, si arrabbiarono.»

L’editore Francesco Aliberti oggi ci parla della Squadra dei Giusti, la Squadra di San Giorgio. Giorgio era Boris Giuliano, poi c’erano “Franz”, “’ngazziddu”, “Vicè”, “Tonino”, “’u nicu” e “Peppino di Capri”. Le giacche aperte, le fondine sul fianco destro con le Smith & Wesson calibro 38 Special Classic.

È negli anni Sessanta che comincia la vera lotta alla mafia: senza pentiti, senza la legge La Torre, senza la Procura nazionale antimafia. A loro, alla Squadra dei Giusti si deve l’intuizione investigativa che la mafia abbia una struttura.

Chi ha scritto questo libro è cresciuto in mezzo a quei poliziotti, ha mangiato insieme a loro, ha visto con loro bei film sullo schermo e brutti film per le strade insanguinate. Ha portato le bare di alcuni di loro sulle spalle e ha ancora negli occhi i volti delle vedove e degli orfani.

Questa è la storia di Boris Giuliano, uomo e poliziotto, e della sua Squadra.

 

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Bergamo viva – Angelo Maurizio Mapelli e Olimpio Talarico

Guida alla città con Tasso, Donizetti, Mayr, Carrara, Garibaldi e Papa Giovanni XXIII

Bergamo, la Città Alta e la Città Bassa, preziosi gioielli della civiltà urbana d’Italia.

 

 

Una guida turistica agile e snella. Utile per visitare la città in un solo giorno, se si va di fretta. Ma anche per fermarvisi un po’ di più. Perché Bergamo è uno scrigno ricchissimo di storia e arte, contornato da colline fertili e coloratissime. Davvero, uno dei luoghi più belli del nostro meraviglioso Paese.

Chi non ha mai visto Bergamo, non sa cosa si perde. Per il viaggiatore che percorre la penisola alla ricerca di storia e cultura, Bergamo può dirsi a buon diritto una delle tappe imperdibili. Per la sua innegabile bellezza; per la riservatezza e la civiltà che si respira dappertutto.
La Città Alta è un angolo di Toscana in Lombardia, con torri patrizie, piazze fascinose, teatri, case di prestigio, il tutto incastonato in un fondale di splendide colline. La Città Bassa è brulicante di vita, strade, monumenti e architetture magnifiche.
La pandemia ha colpito terribilmente questa città con il suo territorio. La ripresa delle attività sarà l’occasione per insediarsi stabilmente fra le destinazioni turistiche italiane da non perdere. Questa guida vuole dare il suo contributo, accompagnando il turista-lettore grazie a ciceroni d’eccezione, come Torquato Tasso, Gaetano Donizetti, Giuseppe Garibaldi, Papa Giovanni XXIII.
A dispetto di certi luoghi comuni sorti negli ultimi decenni, il senso di italianità di questa perla del Nord produttivo è vivo e radicato; così come il suo amore per la cultura e il buon vivere, che la laboriosità dei bergamaschi non ha mai cancellato, ma solo abilmente dissimulato.

 

Angelo Maurizio Mapelli, docente di Italiano e Storia, vive a Bergamo. Ha pubblicato romanzi e racconti. Nel 2018, con Il viaggio di Lady Griffin, ha vinto il primo premio assoluto al 12° concorso nazionale di narrativa Salvatore Quasimodo. Per Compagnia editoriale Aliberti ha pubblicato L’incanto di un verso.

Olimpio Talarico, crotonese di nascita, dal 1994 vive a Bergamo, dove insegna materie letterarie. Per Compagnia editoriale Aliberti ha pubblicato Amori regalati (2017), vincitore della xxiv edizione del Premio letterario Città di Cava de’ Tirreni e del Premio Carver e Cosa rimane dei nostri amori (2020), segnalato al Premio Strega 2020 da Ferruccio De Bortoli.

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Salvineide – Carlo Cornaglia

In rime il mito di Capitan Mojito

«Se fossi Salvini, mi sentirei quasi orgoglioso di essere stato preso per il culo così bene. Ma è anche vero che, se fossi Salvini, questo libro non lo capirei: troppo arguto, troppo intelligente. Troppo ben scritto: schiena dritta e penna vivida, onestà intellettuale e passione civile».
– Andrea Scanzi

Salvineide. In rime il mito di Capitan Mojito è una biografia in endecasillabi di Matteo Salvini.

Carlo Cornaglia, già autore della Berlusconeide e de La renziana commedia conduce il lettore alla scoperta della vita di un altro protagonista della tutt’altro che nobile politica italiana, di un altro dei nostri “peggiori”. Dal Cavaliere che «col suo far da astuto delinquente è stato un tipo quasi divertente» e da Renzi, «il tosco fanfarone che spara sol scemenze nell’agone» si passa a Salvini, «il Felpa, il Ruspa, il Bufalaro verde, il furbacchion che vince pur se perde».

I sei capitoli della biografia narrano la vita politica, e non solo, del prode Capitano: dalle gesta del piccolo prodigio meneghino al suo curriculum scolastico, dal Che Guevara che sfoggia l’orecchino al sedicente giornalista, dal pony express, rider ante litteram, al baby sitter, dal tignoso consigliere comunale allo scalatore della Lega, dall’ammiratore di Bossi al traditore del Senatur, dall’ipocrita baciapile all’uomo che coccola i gatti nel gattile, dal latin lover Capitan Mojito all’ «Icaro che vola ma si schianta perché l’ala gli cola», dal sovranista alla Viktor Orbàn all’europeista alla Mario Draghi.

Un tutto Salvini che diverte e indigna, che stupisce e allarma.

 

Carlo Cornaglia (Torino, 1935) dopo una vita da top manager ha deciso di sacrificare un po’ di sabauda sobrietà alla sua passione: la satira politica in rima. Il suo primo libro in ottonari, Sua Presidenza, esce nel 2002 per CeT ed è dedicato alle gesta di Berlusconi. Seguono, fra gli altri, Qui finisce l’avventura (Nutrimenti 2004), Il grande gioco dell’oca della politica italiana (Robin 2007) dedicato alla nascita del Partito democratico, Berlusconeide, poema cavalieresco in endecasillabi (Aliberti 2010), monumentale biografia del Cavaliere e La renziana commedia, biografia del Bomba (Aliberti 2016).

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L’oro nelle cicatrici – Gianluca Mangeri

In corsia ho imparato a ricevere

«Ricordatevi che, quando il vostro cuore si sente inquieto, quando il vostro cuore è nel dolore, quando il vostro cuore sembra spezzarsi, allora, ricordatevi di questo: Io sono prezioso per Lui. Mi ama. Mi ha chiamato per nome».
Madre Teresa di Calcutta

C’è qualcosa che emerge dal buio del dolore e che va oltre il Covid. È l’oro della speranza quello che don Gianluca Mangeri raccoglie in ospedale, da novembre 2020 a maggio 2021, incontrando persone malate e operatori sanitari. Lui stesso malato nella prima ondata ne porta le cicatrici che lo rendono particolarmente sensibile a cogliere i vissuti delle persone e a raccontarli in brevi storie. In ciascuna di esse, come pagliuzze d’oro, emergono risorse di umanità da cui l’autore impara e da cui si lascia trasformare.
È un libro che rimane aperto e guarda “oltre”. In particolare all’Africa, per sostenere la campagna di vaccinazione anti-Covid dei medici con l’Africa CUAMM. Da Covid a Covid, da oro a oro, per espandere la “colata” della speranza.

Il volume – arricchito dalla prefazione del francescano Padre Enzo Fortunato e dalla postfazione della giornalista Elisabetta Reguitti – è un manifesto di memorie e di speranza, un racconto in prima persona, che dà voce, nel segno della dignità, alla sofferenza personale e collettiva nelle corsie di ospedali e nelle terapie intensive. L’autore, prima medico e poi sacerdote, attinge al suo vissuto personale per condividere con il lettore i sentimenti, le paure e il senso di smarrimento incontrato negli occhi e nelle parole di uomini e donne che il virus ha travolto in una tempesta che papa Francesco, nella sera del 27 marzo 2020, ha definito inaspettata e furiosa, nella quale tutti ci siamo trovati nella stessa barca, fragili e disorientati, bisognosi di conforto vicendevole.

 

Gianluca Mangeri (1972) medico oncologo, sacerdote diocesano, è cappellano presso l’Istituto Ospedaliero Fondazione Poliambulanza di Brescia.

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Ayrton Senna – Leo Turrini

Il pilota immortale

«Lo avevamo ammirato nello splendore del suo picaresco talento. Picaresco e piratesco. Perché Ayrton Senna non era un santo. Non voleva esserlo. […] Nessuno muore mai davvero fin quando qualcuno sarà in grado di ricordarlo. Dai, Ayrton. La corsa continua».

 

 

Questa non è una biografia di Ayrton Senna.
Questa è la storia di un’amicizia tra un giornalista e un pilota. Tra Ayrton e Leo.
Da quella maledetta domenica di Imola del 1994, Senna si è insediato nella memoria collettiva come uno dei grandi miti sportivi contemporanei. Non solo perché se n’è andato a soli trentaquattro anni, in piena attività – ai piloti può capitare, fa parte del gioco. Ma perché era un pilota che si ostinava a invocare, nel giudizio delle qualità professionali, la considerazione per l’elemento umano. Ecco perché ci manca tanto, a quasi trent’anni di distanza.
Manca a tutti. Agli appassionati di sport, ai tifosi di una Formula 1 che, dopo la sua scomparsa, non è mai più stata la stessa; al nostro presente, che avrebbe bisogno di veri, limpidi eroi.

 

Leo Turrini, giornalista e scrittore, da oltre trent’anni racconta vittorie e sconfitte della Ferrari e, per il gruppo Poligrafici, i grandi eventi dello sport. Per Compagnia editoriale Aliberti ha pubblicato Il pirata e il cowboy. Pantani e Armstrong, le storie maledette.

 

 

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Boris Giuliano – Daniele Billitteri

La Squadra dei Giusti

«Erano semplicemente “la Squadra”.
Ogni mattina si trovavano tutti lì, sotto il quadro di Michele Arcangelo che trafigge il drago, simbolo del Male, in una stanza piena di mobili scompagnati: una scrivania finto rococò, una poltrona con i braccioli, una vetrinetta portadocumenti, uno scaffale, un tavolinetto per i telefoni, un divanetto in similpelle verde, due poltroncine, un tavolino rettangolare da caffè. Due finestre su Villa Bonanno. Di fronte, laggiù, il palazzo arcivescovile; a destra, il prospetto sfuggente della questura; a sinistra, oltre le cime degli alberi, il Palazzo dei Normanni, sede del parlamento più antico d’Europa.»

 

 

Questa è la storia della Squadra di San Giorgio, o della Squadra dei Giusti, se preferite. Giorgio era Boris Giuliano, poi c’erano “Franz”, “’ngazziddu”, “Vicè”, “Tonino”, “’unicu” e “Peppino di Capri”. Le giacche aperte, le fondine sul fianco destro con le Smith & Wesson calibro 38 Special Classic. Un ufficio come gli altri alla Questura di Palermo. Ma la loro era una squadra davvero speciale. È negli anni Sessanta che comincia la vera lotta alla mafia: senza pentiti, senza la legge La Torre, senza la Procura nazionale antimafia. A loro, alla Squadra dei Giusti si deve l’intuizione investigativa che la mafia abbia una struttura.
Chi ha scritto questo libro è cresciuto in mezzo a quei poliziotti, ha mangiato insieme a loro, ha visto con loro bei film sullo schermo e brutti film per le strade insanguinate. Ha portato le bare di alcuni di loro sulle spalle e ha ancora negli occhi i volti delle vedove e degli orfani. Questa è la storia di Boris Giuliano, uomo e poliziotto, e della sua Squadra.
Quelli che, alla fine, si arrabbiarono.

 

Daniele Billitteri, scrittore, blogger e uomo di teatro, ha lavorato al quotidiano palermitano «L’Ora». Dal 1979 alla pensione – nel 2011 – è stato cronista e poi caposervizio al «Giornale di Sicilia».

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L’oste dell’ultima ora – Valerio Massimo Manfredi

Chi era l’oste che servì il vino alle nozze di Cana? Dalla fantasia di Valerio Massimo Manfredi, il ritratto di un personaggio umile e forte a tu per tu con il mistero che cambia la Storia.

 

 

La Storia è piena di testimoni inconsapevoli degli eventi che hanno cambiato il corso dell’umanità. Lo sa bene Valerio Massimo Manfredi, la cui opera letteraria è da sempre attenta, quasi manzonianamente, agli “umili”, capaci di restituirci uno sguardo semplice ed essenziale sulle grandi vicende del passato.
Figlio di contadini senza terra nella Galilea sotto il giogo romano, il protagonista di questo lungo racconto è costretto a guadagnarsi da vivere inventandosi nuovi lavori, dal marinaio al taglialegna. Un giorno decide di mettersi in proprio, e di aprire una promettente rivendita di vino.
Intanto, qualcosa di assolutamente nuovo, inaudito e sconvolgente sta accadendo proprio vicino a lui. La novità di una testimonianza che cambierà per sempre la Storia, e che ha le fattezze umane del figlio di un falegname di Nazareth. Il contatto avviene durante un banchetto di nozze, a Cana. L’oste è incaricato del vino, ma disgraziatamente ne ha portato troppo poco. Sarà allora testimone privilegiato di un fatto che non riuscirà proprio a spiegarsi.
Ma il suo rapporto con il Nazareno e la sua strana compagnia di discepoli non finirà lì. Qualche tempo dopo, durante la Pasqua a Gerusalemme, gli verranno a chiedere ancora del vino: per celebrare quella che sembra una sera triste come una cena d’addio…

 

«L’assurdo e l’incompleto, lo stupore e l’istinto, la paura e, al tempo stesso, la forza di credere nei miracoli del quotidiano, la capacità di vederli e sentirli anche nei piccoli gesti, si ripercorrono fra le pagine di un libro che non ingombra spazio, non “ruba” tempo alle nostre vite ma, come spesso accade con le storie di Manfredi, invade i nostri pensieri di insegnamenti, riflessioni e percezioni che sembrano sussurrarci il bene celato dentro il cuore dell’uomo» (www.criticaletteraria.org).

 

Valerio Massimo Manfredi, archeologo di formazione, è uno degli scrittori italiani più letti e amati nel mondo. È anche sceneggiatore per il cinema e conduttore televisivo. Per la Compagnia editoriale Aliberti ha pubblicato Sei lezioni di storia. Per Mondadori è autore, fra gli altri, dei romanzi storici Teutoburgo, Il mio nome è Nessuno. La trilogia, Lo scudo di Talos, Aléxandros. La trilogia, Idi di Marzo.

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