Óra – Giovanni Lindo Ferretti

 

difendi conserva prega 

 

 

Credo il pregare un ragionevole atto, intimo e sociale. Di valenza cosmica.

Credo la preghiera fortezza pura, vivificante e il tempo del pregare un tempo eterno.

Sto invecchiando 1953/2022
il corpo non mente, obbliga riguardi
e cure, lo spirito ancora strappa
velleitario preda di entusiasmi poi
insostenibili. Tendo al selvatico,
solitario, all’ombra di una casa
venerabile dimora, in sintonia col
variare delle stagioni, sensibile alla
presenza animale

le cose visibili ed invisibili

attento all’accadere: un sempre più
rapido mutare. Non ho più alcun
interesse per il racconto che il mondo
fa di sé tra vacuità e tornaconti da
poco.

Sono residuale, in attesa di non so che.
Ho fatta mia la triade dell’ultimo
Pasolini poeta

difendi conserva prega

 

Giovanni Lindo Ferretti (Cerreto Alpi, 1953), già CCCP-Fedeli alla linea, CSI, PGR. Oggi libero cantore. Ha pubblicato Reduce, Bella gente d’Appennino, Barbarico e Non invano.

 

 

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Essere Chiara Ferragni – Federico Mello

 

Prefazione di Massimiliano Panarari

 

 

Questa non è solo la storia di Chiara Ferragni.
Nelle pagine di questo libro c’è un’analisi critica, con luci e ombre, che non fa sconti.
Un racconto di come si diventa imprenditori digitali di successo. Di come, dal nulla di una pagina Instagram personale, si può arrivare a influenzare gli indici di borsa con un post.

«Questo libro scritto da Federico Mello, giornalista appassionato e impegnato, romanziere e pioniere dello studio dei trend e dei fenomeni collettivi derivanti dai social media, è un lavoro molto documentato, che illustra a 360 gradi le multiformi attività di “Chiara” – The Blonde Salad, mettendo in campo una chiave analitica di grande interesse: quella della “mutazione antropologica”».
Massimiliano Panarari

 

 

Federico Mello, giornalista del giornale Radio Rai, ha lavorato per quotidiani e settimanali, come autore televisivo (Ballarò) e radiofonico (Un giorno da pecora). Con grande seguito sui social, ha pubblicato: L’Italia spiegata a mio nonno(Mondadori, 2007); Il lato oscuro delle stelle (Imprimatur, 2013); La viralità del male (Baldini & Castoldi, 2017); Il lato oscuro di Facebook (Imprimatur, 2018); Compagni! Il romanzo del congresso di Livorno (UTET, 2021).

 

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I cantastorie di Marrakech – Tahar Ben Jelloun, Marco Alloni

Dialogo sulle radici, l’identità migrante, il razzismo, l’impegno, la scrittura

 

 

«Io parto dal principio che una civiltà, o una cultura, sia infatti qualcosa di fluido. Qualcosa che attraversa le frontiere senza passare da alcun tipo di dogana. E che si va talvolta a installare nella mentalità e nello spirito delle persone a loro stessa insaputa. Dunque non si può parlare di scontro o di conflitto fra civiltà: soprattutto se consideriamo che le civiltà non sono mai dei blocchi di cemento ma piuttosto come un fiume o un’acqua che circolano da una parte all’altra del mondo. E si mostrano, presso alcuni, con grande intensità, agendo, su altri, con molta meno intensità.
Questa è d’altronde la ragione per cui siamo tutti depositari di diverse civiltà, non di una sola, come siamo custodi di diverse culture e non di una soltanto».
Tahar Ben Jelloun

Per chi voglia scoprire o approfondire la figura di Tahar Ben Jelloun – citato anche in una serata di Sanremo 2022, con un brano tratto da Il razzismo spiegato a mia figlia – non c’è niente di meglio che affidarsi a questo libro: un dialogo con Marco Alloni avvolto nelle atmosfere di Tangeri, quasi una confessione a cuore aperto, in cui lo scrittore ripercorre uno a uno i momenti-chiave della sua esistenza. L’infanzia tra Fès e Tangeri, l’opposizione alla monarchia marocchina, la prigione.
Il trasferimento in Francia, i lunghi anni di impegno civile come editorialista di «Le Monde». E contemporaneamente la scoperta del cinema, lo studio sociologico e antropologico del fenomeno emigrazione, la passione per la scrittura. E soprattutto il razzismo: quello interno alla società francese e quello che nei decenni si è andato diffondendo lungo la spina dorsale dell’intera Europa. Il tutto è attraversato da un senso lirico di nostalgia per l‘amato Marocco, le pieghe della sua società misteriosa e sensuale. Un Islam molto diverso da quello divulgato negli ultimi anni dai nostri media, e invece vissuto (o rivissuto) attraverso le antiche tradizioni popolari, la magia e il sufismo. I cantastorie di Marrakech, dunque: come simbolo di una memoria del passato che sola può offrire lo slancio verso la modernità, verso il futuro.

 

 

 

Tahar Ben Jelloun nasce a Fès, nell’allora Marocco francese, nel 1944. Con il Premio Goncourt, assegnatogli per Notte fatale nel 1987, è divenuto lo scrittore straniero francofono più conosciuto in Francia e l’autore in lingua francese più tradotto al mondo. Creatura di sabbia e Notte fatale sono stati tradotti in quarantatré lingue. Per Il razzismo spiegato a mia figlia (un bestseller di oltre 400.000 copie) gli è stato conferito dal segretario delle Nazioni Unite il Global Tolerance Award.

Marco Alloni (1967), scrittore, vive da molti anni a Il Cairo. Collabora con diverse testate tra le quali «Micromega», «Nazione Indiana», «Il Fatto Quotidiano» e «Il Corriere della Sera». Per l’editore Aliberti ha curato la collana Dialoghi. Fra i suoi interlocutori: Antonio Tabucchi, Marco Travaglio, Giulio Giorello, Umberto Galimberti, Furio Colombo, Gian Carlo Caselli, Amos Luzzatto, Corrado Augias, Claudio Magris e Margherita Hack. Ha pubblicato, inoltre, il romanzo “Shaitan” e i saggi “Ho vissuto la rivoluzione”, “Egitto o morte”.
Per Aliberti compagnia editoriale è autore di Leggere il Corano nel deserto (intervista a Khaled Fouad Allam), Comportati come se fossi felice (intervista a Claudio Magris) e del saggio Il cattivo infinito.Capire Isis.

 

 

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Il questionario di Proust

 

Prefazione di Eleonora Marangoni

 

 

«Il questionario di Proust ha finito per valere ancora più che un testo di Proust. Chissà cosa ne penserebbe lui. Forse la cosa lo divertirebbe. Certo è che, nel corso degli anni […], il questionario è diventato per tutti noi un piccolo ma significativo strumento di osservazione. È un trucco per spiare nella testa delle persone che conosciamo o che vorremmo conoscere, per portarci a casa un po’ delle loro vite, dei loro pensieri sulla vita e sul mondo. Un monumento internazionale al potere dell’autoanalisi e dell’immaginazione. Una lente originale e sempre nuova attraverso cui guardare quello che ci sta intorno. Un’indagine sull’umano che ricomincia ogni volta dove l’abbiamo lasciata. E allora forse un po’ di Proust ci è finito davvero, in quelle righe».
Eleonora Marangoni

Un libro-quaderno che aspetta solo di essere riempito dal lettore-scrittore. Un gioco fra letteratura e vita che può rinnovarsi all’infinito: tanto continuamente cangiante è l’animo umano, i suoi sentimenti, la sua visione della realtà con il passare degli anni, nel mutare dei tempi e delle stagioni della vita.

Un libro firmato da Marcel Proust. Che è anche un piccolo, elegante quaderno. Dentro ci sono pagine scritte e pagine bianche da riempire. Ci sono le domande di quello che è noto come Il questionario di Proust, e le risposte stilate dall’autore stesso.
Il questionario che porta il nome del grande scrittore francese è, in realtà, un gioco di società simil-letterario di origine inglese. Presso le famiglie britanniche del XIX secolo era diffusa l’abitudine, nelle riunioni serali, di rispondere a quiz sui ricordi e i gusti personali.
Così fece, con Marcel ancora adolescente (aveva quindici anni), l’amica e coetanea Antoinette Faure: gli propose di rispondere, per iscritto, a una serie di domande presenti su un volumetto intitolato An Album to Record Thoughts, Feelings & c. Anni dopo l’album fu ritrovato, e le risposte di Proust pubblicate nel 1924.
Ci fu una seconda occasione, nella vita del giovane Proust, di rispondere al questionario. Se le domande sono simili, le risposte di Marcel ventiduenne sono piuttosto diverse dalla volta precedente. Una terza versione delle risposte proustiane (datata 25 giugno 1887, dunque la prima in ordine cronologico) è stata fortunosamente scoperta dal libraio Laurent Coulet nel 2018. Anche qui le immagini e i concetti formulati da Proust (quindicenne) si rivelano arguti, ineffabili, spesso fulminanti, sempre pieni di spirito.

 

 

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Super Sticazzi – Carla Ferguson Barberini

 

La filosofia del Metodo e l’arte di sbattersene il c***o

Dall’autrice del vero, originale, inimitabile Metodo Sticazzi.

La filosofia e la pratica del Metodo: un Super Sticazzi tutto nuovo, migliorato con i mantra e le tecniche di visualizzazione del Grande Spirito Sticazzi e, insomma, ancora più potente.
Contiene l’Invocazione al Grande Spirito dello Sticazzi, quasi una preghiera per rendere la tua vita migliore.
Con il Metodo Sticazzi vinci l’ansia e ottieni l’imperturbabilità zen.

 

 

Carla Ferguson Barberini è il nome scelto da un collettivo di professionisti della comunicazione che operano in vari ambiti. Sono tutti devoti del Metodo Sticazzi. Per questo libro l’apporto della componente femminile del collettivo è stato preponderante, praticamente esclusivo,com’è giusto che sia.

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Il Ladro di libri – Agente Italiano

 

La spy story che ha fatto tremare l’editoria mondiale

Romanzo simultaneo

 


 

Il più grande giallo editoriale della storia, liberamente ispirato alla vicenda di Filippo Bernardini

Per conto di chi e per quali motivi ha agito il Ladro di libri? Perché cerca di impossessarsi dei manoscritti di grandi autori contemporanei e di esordienti sconosciuti? Agente Italiano, grazie alle sue fonti privilegiate, propone un’ipotesi estrema, sulle tracce di una vera spy story fra Gutenberg e l’Intelligenza Artificiale.
Il romanzo simultaneo, che racconta fatti veri proprio mentre accadono, si serve anche della fiction come unico modo che permette di arrivare, paradossalmente, a un’ipotesi di verità.

«Le storie che scriviamo sono menzogne che dicono la verità. Belle bugie, che svelano cose vere. E che dobbiamo scrivere, ovunque. Sempre. Sempre».
Agente Italiano

 

 

Agente Italiano è uno pseudonimo dietro il quale si nasconde un gruppo di professionisti italiani e stranieri di varia estrazione: giornalisti d’inchiesta, scrittori, ricercatori, politologi e semiologi. La loro forza è la pluralità delle fonti, esclusive, e la capacità di elaborare e narrare in simultanea gli avvenimenti. Con Il Broglio, nel 2006, Agente italiano diventa un caso editoriale nazionale.

 

 

 

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Gino Bartali – Leo Turrini

L’eroe del ciclismo che salvò gli ebrei e divenne Giusto fra le nazioni

 

 

Quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali, cantavano Paolo Conte ed Enzo Jannacci.
E davvero di strada ne ha fatta tanta, il “Ginettaccio”: nelle corse e fuori dalle corse, nella sua irripetibile vita che ha attraversato il Novecento.
Quella splendida pedalata che è stata la vita di Bartali è raccontata da un vero scrittore di sport come Leo Turrini, che ci restituisce un ritratto fulminante come un film neorealista. Non solo l’asso del pedale, non solo il rivale di Coppi in un duello passato all’eternità. Ma anche l’uomo che salvò quasi mille ebrei dai nazisti. E che contribuì, con la sua vittoria al Tour de France 1948, a far sì che l’Italia non sprofondasse nel caos dopo l’attentato a Togliatti.
Io sto qui e aspetto Bartali, cantavano Conte e Jannacci. Anche noi – si può dire – aspettiamo ancora un campione, un eroe, un uomo così. Sapendo che difficilmente, da quella curva, arriverà mai un altro come lui…

 

Leo Turrini è nato nel 1960 a Sassuolo, a pochi chilometri da Maranello. Nel suo lavoro di giornalista e scrittore ha raccontato vittorie e sconfitte della Ferrari, un’azienda che per lui è anche un pezzo di cuore. Da oltre trent’anni racconta per i quotidiani del gruppo Poligrafici i grandi eventi dello sport. Ha scritto le biografie di Enzo Ferrari, Gino Bartali, Michael Schumacher e Lucio Battisti.

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Come sono eccitanti gli uomini che ci spezzano il cuore – Dianella Bardelli

Lenore Kandel, la musa dell’amore hippy

 

 

Lenore Kandel è una figura tutta da scoprire per il pubblico italiano. Il suo libro di poesie The Love Book provocò un terremoto nell’America degli anni Sessanta. Lenore fu tra le protagoniste della Summer of Love di San Francisco nel 1967: la stagione che avrebbe dovuto cambiare il mondo.
Bellezza carismatica, forme rotonde e sensuali, un carattere forte e sereno, Lenore si legò a Bill, un membro della banda degli “Hell’s Angels”. Proprio dal loro incontro comincia questa biografia romanzata, che trova una improvvisa, drammatica svolta nell’incidente in moto della coppia, da cui Lenore uscirà menomata e reclusa in casa per il resto della vita.
Al centro di tutto resta The Love Book, un inno all’eros fra i più espliciti e totali che siano mai stati scritti. Sono passati cinquant’anni e più: ma la sua forza esplosiva, la sua quasi divina energia sensuale scuoteranno ancora le lettrici e i lettori di oggi.

 

Daniela Bardelli ha pubblicato vari romanzi. L’ultimo, nel 2018, dal titolo 1968 , è dedicato alla Bologna di quell’anno. Ha insegnato Lettere e scrittura creativa.

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Una storia d’inverno – Massimo Storchi

Gli strani casi di Dario Lamberti vol.4

 

 

Dicembre 1956.
Una casa ospitale per borghesi facoltosi e ragazze disponibili, ricatti e omicidi nella Reggio agitata dall’invasione sovietica dell’Ungheria e lanciata nella speculazione edilizia mascherata da benefica ricostruzione.
Dario, ancora in bilico fra passato e presente, insegue ricordi e pensieri ma si ritrova a confrontarsi ancora con la sua famiglia, irreprensibile e al di sopra di ogni sospetto.
O che almeno così deve apparire. Ma i fratelli non si possono scegliere e Dario dovrà fare i conti con una parte importante della propria vita e capire che non sempre il passato è una buona meta dove rifugiarsi.

Quarta puntata dei casi di Dario.
Siamo nell’Italia delle “case chiuse”: alla vigilia ormai della loro sofferta, reale chiusura, che avverrà nel 1958.
Per chi ama le storie più oscure ambientate nella profonda provincia, questa intricata indagine di Lamberti ha tutto il profumo di un giallo alla Simenon in versione italiana, o di un noir francese trapiantato nelle nebbie e nel gelo della pianura padana.

 

 

Massimo Storchi, storico e archivista, è Direttore del Polo Archivistico del Comune di Reggio Emilia. Ha pubblicato diversi saggi su fascismo, cooperazione, Resistenza e antifascismo. Suoi testi e contributi sono stati pubblicati in UK, Germania, Russia.

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Il giudizio di Salomone – Vittorio Pavoncello

Israele-Palestina

 

 

«Oggi, più che mai, una sconfitta dell’antisemitismo e antiisraelitismo passa inevitabilmente attraverso una soluzione del conflitto israelo-palestinese. […] I contenuti, le soluzioni qui proposte non incontreranno immediatamente il consenso, e probabilmente saranno più le ostilità che le concordie».
Il giudizio di Salomone è un pamphlet appassionato e destinato a far discutere.
La proposta di Vittorio Pavoncello si ispira al celebre episodio biblico di Salomone e del suo giudizio sul bambino conteso da due madri. Se esse non arrivano a un accordo, a uno slancio verso la salvezza della vita, il bimbo morirà.

Secondo l’autore, una metafora forte che ben si adatta al conflitto Israele-Palestina. Di morti ce ne sono stati già tanti, molti di essi bambini, appunto. La scelta è fra proseguire egoisticamente nel proprio diritto su un figlio, oppure optare per la vita della prole con uno spirito di abnegazione che solo una madre autentica può avere verso la propria creatura.

L’idea dell’autore è di dividere i palestinesi in due Stati e di riformulare la geografia di Israele e Gaza, con tutto quello che comporta. Non sarà facile: ma se si vuole davvero trovare una soluzione a un dramma che si trascina da troppo tempo, bisogna avere il coraggio dell’impopolarità.
Perché «la pace è una cosa nuova e nelle novità va cercata, perché possa sorprendere e rendere la guerra una pratica obsoleta».

Un libro che si offre con coraggio come una originale proposta di analisi e soluzione per uno dei più drammatici problemi dell’età contemporanea: la questione israelo-palestinese. Questa infinita storia «che consuma di energie, risorse e paure il cuore del Medio Oriente ha solo in apparenza due nemici eterni e mortali», scrive Furio Colombo nella Prefazione.
Il libro di Pavoncello «è una riflessione che spinge ad altre riflessioni e diventa una sorta di anticipazione a fatti che potrebbero accadere o che stanno già accadendo».

 

 

Vittorio Pavoncello è regista, scrittore, artista. Fra le sue opere: Spam story e Tutte le foto del mondo tranne una, Profumo di fascismo e sali del Mar Morto, Il serpente nel Big bang, Cheese!, con Furio Colombo Hitler non è mai esistito. Un memorabile oblio e Ultime grida dalla storia.
Interessato fin dai suoi esordi come regista al tema della Shoah e dell’antiisraelitismo, ha curato per sei edizioni il Premio Teatro e Shoah con il CeRse dell’Università di Tor Vergata e la Fondazione Museo della Shoah. È direttore artistico dell’Associazione ecad e ideatore di SpamLife. Di recente ha creato gli Stati Generali della Memoria.

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