Óra – Giovanni Lindo Ferretti

 

difendi conserva prega 

 

 

Credo il pregare un ragionevole atto, intimo e sociale. Di valenza cosmica.

Credo la preghiera fortezza pura, vivificante e il tempo del pregare un tempo eterno.

Sto invecchiando 1953/2022
il corpo non mente, obbliga riguardi
e cure, lo spirito ancora strappa
velleitario preda di entusiasmi poi
insostenibili. Tendo al selvatico,
solitario, all’ombra di una casa
venerabile dimora, in sintonia col
variare delle stagioni, sensibile alla
presenza animale

le cose visibili ed invisibili

attento all’accadere: un sempre più
rapido mutare. Non ho più alcun
interesse per il racconto che il mondo
fa di sé tra vacuità e tornaconti da
poco.

Sono residuale, in attesa di non so che.
Ho fatta mia la triade dell’ultimo
Pasolini poeta

difendi conserva prega

 

Giovanni Lindo Ferretti (Cerreto Alpi, 1953), già CCCP-Fedeli alla linea, CSI, PGR. Oggi libero cantore. Ha pubblicato Reduce, Bella gente d’Appennino, Barbarico e Non invano.

 

 

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Giorgia on my mind – Claudio Sabelli Fioretti dialoghi con GIORGIA MELONI

 

Le parole della leader della destra italiana

 

 

 

«Salvini è più a destra di te.»
«Nessuno è più a destra di me.»

Giorgia Meloni si sottopone a quella vera e propria “macchina della verità” che è un’intervista con Claudio Sabelli Fioretti.

Il libro si apre con la prima intervista rilasciata a Fioretti nel 2006 dalla leader della destra italiana, quando era agli inizi della sua ascesa politica. Continua con una lunga conversazione del 2019, quando la Meloni è già consacrata come nuova guida del centrodestra, sorpassando Salvini e Berlusconi.
Arricchiscono il tutto un’analisi dell’autore sulla Meloni di oggi, candidata premier alla vigilia delle elezioni; un puntuale commento “sabelliano” alle frasi salienti delle interviste; infine, una scheda biografica essenziale per capire il profilo politico e umano del personaggio.
Chi è veramente Giorgia Meloni? Dal fuoco di fila delle domande di Sabelli Fioretti esce un autoritratto sorprendente, che stupirà e farà discutere ancora di più. La penna del giornalista più caustico e spregiudicato d’Italia, come sempre, non si piega a nessuna piaggeria. E, pur partendo da idee diametralmente opposte, conduce un dialogo scevro da pregiudizi, affrontando le questioni politiche (la Meloni ha davvero superato il fascismo?) ma anche i risvolti più personali, sentimentali, morali.
Un libro indispensabile, che non si esau­risce con la fine della competizione elettorale, ma che servirà a comprendere i passi futuri della leader politica e il destino del Paese.

 

 

Claudio Sabelli Fioretti è stato direttore di «Abc», «Panorama Mese», «Sette», «Cuore», «Gente Viaggi». Ha lavorato per «la Repubblica», «Tempo Illustrato», «L’Europeo», «Il Secolo xix». Editorialista per «Io Donna» e autore di numerosi libri, collabora con «il Fatto Quotidiano».

 

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Fino all’ultimo giorno della mia vita – Salvatore Borsellino, Benny Calasanzio

 

In memoria di Paolo

 

 

Salvatore Borsellino racconta i ricordi di una vita al giornalista Benny Calasanzio, con il quale condivide il dolore di essere parenti di vittime di mafia. Una vita iniziata sotto le bombe degli Alleati nella Palermo del 1942, poi sconvolta dall’autobomba che causò la strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992. Dall’infanzia felice trascorsa con il fratello Paolo e le sorelle Adele e Rita alla Kalsa, un quartiere oggi completamente trasformato, agli anni dell’università e poi il trasferimento nel Nord Italia. Mentre Paolo diventa un personaggio pubblico per il suo impegno contro la mafia, Salvatore fa carriera come ingegnere elettronico; i due fratelli percorrono strade diverse, che torneranno a unirsi con il più tragico degli eventi. Da quella domenica d’estate Salvatore si fa carico della memoria del fratello, che diffonde in ogni angolo d’Italia.

 

 

 

Salvatore Borsellino (Palermo, 1942) è un ingegnere e attivista italiano, fratello minore del magistrato Paolo Borsellino. Nel 2009 promuove, in collaborazione con il Comitato Cittadino Antimafia “19 Luglio 2009”, la prima Marcia delle Agende Rosse da cui nascerà il “movimento delle Agende Rosse”.

Benny Calasanzio (Castelvetrano, 1985) è giornalista, blogger e scrittore. Ha collaborato con «il Fatto Quotidiano» e numerose testate online come «MicroMega» e «Cadoinpiedi». Ha pubblicato Sotto Processo (2010) e Mafia SpA (2011) e Capitano Ultimo (2012).

 

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La mafia non è una cosa da adulti – Stefano Baudino

 

Da Falcone e Borsellino agli intrecci fra mafia e Stato: trent’anni di lotta raccontata ai ragazzi

Con un contributo di Salvatore Borsellino

 

 

«Un giorno, parlando della mia attività di scrittore sulle vicende di mafia, un mio amico mi chiese: “Ma per quale motivo ti stai occupando di cose da adulti?”».
Stefano Baudino, classe 1994, si occupa di mafia sin dai tempi del liceo. Oggi va lui nelle scuole, a parlarne ai giovani delle ultime generazioni.
Per Baudino la mafia non è una cosa da adulti. Al contrario. La mafia la devono, la possono capire anche i ragazzi e le ragazze di oggi. La storia di Cosa nostra, le sue strutture, i suoi codici. Falcone e Borsellino (il libro contiene un’intervista toccante al fratello di quest’ultimo, Salvatore); il maxi-processo, le stragi del ’92. Fino alla trattativa Stato-mafia, che questo libro affronta senza reticenze: perché è ai giovani prima di tutto che bisogna dire la verità, se si vuole che questo Paese diventi migliore, un Paese finalmente adulto.

 

 

Stefano Baudino (Torino, 1994), è laureato in Mass Media e Politica all’Università di Bologna. Scrive per «Antimafia Duemila», «L’Indipendente» e «il Fatto Quotidiano» ed è autore di Fuori di Gabbia (2017) e La Repubblica Punciuta (2018). Collaboratore nelle scuole e nelle università con un modulo didattico su Cosa nostra, è coordinatore della sezione forlivese del Movimento delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino. Nel 2021 l’Università di Bologna gli ha conferito una menzione al merito per l’impegno civile e nel 2022 la Fondazione Italia-usa gli ha assegnato il “Premio America Giovani” al talento universitario.

 

 

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Lettera a Bearzot – Darwin Pastorin

 

Il Vecio, Pablito, il Mundial ’82 e altri incantesimi

Prefazione Alessandro Di Nuzzo

 

 

Quarant’anni dall’indimenticabile notte del Bernabeu.
Una lettera “a cuore aperto” a Enzo Bearzot, il Vecio: l’artefice numero uno del trionfo mondiale del 1982.
Un viaggio a ritroso nel tempo e nella nostalgia, dal Brasile a Torino, fino alla notte di Madrid. Il ritratto di un uomo sincero, dalla schiena dritta, un Don Chisciotte che non ha mai smesso di seguire i propri ideali ed essere fedele ai suoi valori.
Un grande italiano di ieri, che avremmo tanto bisogno di avere ancora qui, oggi, in questo presente smarrito.

 

 

Darwin Pastorin è nato a San Paolo del Brasile nel 1955. Figlio, nipote e pronipote di emigranti veneti. Giornalista. Narratore di storie calcistico-letterarie. Suo figlio si chiama Santiago per il pescatore de Il vecchio e il mare di Hemingway. Ha un blog su Huffington Post. È cittadino onorario di Nichelino (TO) e membro del Comitato Scientifico del Museo della Juventus (JMuseum). Da ragazzo giocava centravanti.

 

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Essere Chiara Ferragni – Federico Mello

 

Prefazione di Massimiliano Panarari

 

 

Questa non è solo la storia di Chiara Ferragni.
Nelle pagine di questo libro c’è un’analisi critica, con luci e ombre, che non fa sconti.
Un racconto di come si diventa imprenditori digitali di successo. Di come, dal nulla di una pagina Instagram personale, si può arrivare a influenzare gli indici di borsa con un post.

«Questo libro scritto da Federico Mello, giornalista appassionato e impegnato, romanziere e pioniere dello studio dei trend e dei fenomeni collettivi derivanti dai social media, è un lavoro molto documentato, che illustra a 360 gradi le multiformi attività di “Chiara” – The Blonde Salad, mettendo in campo una chiave analitica di grande interesse: quella della “mutazione antropologica”».
Massimiliano Panarari

 

 

Federico Mello, giornalista del giornale Radio Rai, ha lavorato per quotidiani e settimanali, come autore televisivo (Ballarò) e radiofonico (Un giorno da pecora). Con grande seguito sui social, ha pubblicato: L’Italia spiegata a mio nonno(Mondadori, 2007); Il lato oscuro delle stelle (Imprimatur, 2013); La viralità del male (Baldini & Castoldi, 2017); Il lato oscuro di Facebook (Imprimatur, 2018); Compagni! Il romanzo del congresso di Livorno (UTET, 2021).

 

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Putin – Francesca Mereu Vasilyev

Dentro i segreti dell’uomo venuto dal buio da San Pietroburgo all’Ucraina

 

 

Come siamo arrivati a questo punto?

Dove stiamo andando?

Come ha potuto un oscuro agente del kgb diventare il nuovo zar che fa tremare il mondo intero minacciando l’apocalisse nucleare?

La biografia senza censure, scritta da una giornalista insider dell’informazione e dei segreti russi, che svela il lato oscuro dell’uomo che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa.

Alla scadenza del secondo mandato del presidente Russo Boris Yeltsin, la cerchia di alti ufficiali di Stato e finanzieri che determinava la politica russa del tempo cercava un erede, una persona che avrebbe permesso loro di continuare a controllare il Paese. Putin sembrava avere le qualità necessarie, ma era sconosciuto ai più, e gli abili politologi del Cremlino si misero al lavoro per crearne l’immagine più appropriata. Ma a loro insaputa anche un gruppo di ex agenti del Kgb lavorava a pieno ritmo al cosiddetto progetto Putin. A settembre di quell’anno alcune esplosioni distrussero una serie di palazzi a Mosca e in altre due città, provocando più di trecento vittime. Chi erano i misteriosi terroristi? Le autorità puntarono subito il dito sui ceceni. Prima della fine del mese fu dato il via alla seconda campagna cecena. Con l’ascesa della violenza nel Caucaso, la popolarità di Putin crebbe: da allora la Russia non sarebbe stata più la stessa. Il settantotto per cento degli uomini al potere, in Russia, è costituito da agenti del Kgb. In una decade Putin ha messo la stampa sotto controllo, ha eliminato tutti gli avversari politici e ha fatto approvare leggi che gli permettono di manovrare qualsiasi risultato elettorale.
In questo libro Francesca Mereu ci svela dall’interno le impressionanti vicende legate all’ascesa e al consolidamento di Vladimir Putin, fino ad arrivare alle ultime, tragiche vicende del 2022…

 

 

Francesca Mereu Vasilyev è stata corrispondente da Mosca e dalle Nazioni Unite per la radio americana Radio Free Europe/Radio Liberty. Ha trascorso sei anni al «The Moscow Times», per il quale si è occupata di giornalismo investigativo coprendo la politica interna e i servizi di sicurezza russi. I suoi reportage sono stati pubblicati dall’«International Herald Tribune», dal «The New York Times» e da numerosi giornali italiani. È sposata con uno scienziato russo e nella primavera del 2009 ha ricevuto la cittadinanza russa. Ora vive tra Mosca e l’Alabama.

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La vita è imperfetta – Antonio Tabucchi e Marco Alloni

Prefazione di Paolo Di Paolo
Con un contributo di Maria José de Lancastre

 

 

È bene temere la perfezione, altrimenti si rischia di fare un bucato troppo bianco, e la letteratura clean non ha nessun interesse: la vita è imperfetta, spesso è sporca e deve lasciare qualche macchia sulla camicia.

«Mi «suona dentro» la voce di Antonio. E risuona più forte ritrovando le pagine di questo colloquio con Marco Alloni. Se ne coglie la vitalità e la freschezza: arrochita, appena un po’ nasale e con una tenue inflessione pisana – talvolta giocosa, ilare, sempre avvolgente.»
Dalla Prefazione di Paolo Di Paolo

«Ho avuto il privilegio di ascoltare in primis quello che creava e sono fiera e grata che abbia condiviso con me tante meraviglie. Quando raggiungeva l’apice della bellezza mi si rizzavano i peli delle braccia e glielo facevo vedere ridendo: era il termometro.»
Maria José de Lancastre Tabucchi

Una delle ultime testimonianze di Antonio Tabucchi. Una conversazione a tutto campo con Marco Alloni, che riassume i temi della letteratura e del viaggio della vita secondo il grande autore.

«Tabucchi è uno di quegli autori di cui più si parla e più si sbaglia. E più si sbaglia e più ci si allontana dal senso dei suoi libri. L’ho avvertito, come una specie di sortilegio, ogni volta che ho tentato di spiegare a qualcuno chi sia Antonio Tabucchi. Una volta mi sono trovato a dire è un autore dell’enigma, un’altra che sarebbe la personificazione dello stupore una volta liberato dal suo oggetto, un’altra ancora che Tabucchi potrebbe averci detto quello che non si può conoscere, insomma, invariabilmente la definizione di Tabucchi si allontanava da lui e i libri che ci ha consegnato ricadevano in un sistema interpretativo a cui non potevano e non volevano ma soprattutto non dovevano – venire ricondotti. L’opera di Tabucchi – la sua stessa poetica – dà accesso a una dimensione sempre più interna del labirinto che solo nel momento della lettura può essere colta. Senza approdi, è una poetica dell’approdo. Senza mete, è una poetica del viaggio. Giacché di questo infine si tratta, quando si tratta di Tabucchi: di un autore il cui lascito, la cui eredità e il cui portato di indefinibilità essenziale rischia di diventare negli anni altrettanto importante di quello di Pessoa. Ma il cui contributo di originalità rischia, a sua volta, di non raccogliere che indegni eredi. In queste pagine ne abbiamo – credo – l’ennesima prova. Tabucchi parla, e nel parlare spiega. Ma nello spiegare e parlare, come sempre, allude e non proclama, non sillogizza. Molto del suo animo si svela, molta sua personalità si appalesa. Ma molto altro torna a richiamare quelle lontananze, quelle ulteriorità, quell’ombroso altrove che nessun discorso razionale lineare è in grado di suscitare. E questo credo sia infine l’elemento magico di Tabucchi: farsi ascoltare e amare senza che mai ben si capisca o sappia, o si voglia capire, che cosa esattamente amiamo di lui.»
Marco Alloni

 

 

 

Antonio Tabucchi (Pisa, 1943-Lisbona, 2012) è stato uno degli scrittori italiani più significativi del secondo Novecento. Narratore, autore di teatro, saggista, docente di letteratura portoghese, traduttore, curatore italiano dell’opera di Pessoa, che ha contribuito a far conoscere in Italia dedicandogli gran parte della sua attività di studioso. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero. I suoi libri sono stati tradotti in più di quaranta lingue. Ha collaborato, negli anni, con i più importanti quotidiani italiani e stranieri («Corriere della Sera», «la Repubblica», «l’Unità», «il manifesto», «il Fatto Quotidiano», «Le Monde», «El País», «Diário de Notícias», «La Jornada», «Allgemeine Zeitung»), riviste letterarie («La Nouvelle Revue Française», «Lettre Internationale») e di attualità («MicroMega»).

Marco Alloni (1967), scrittore, vive da molti anni a Il Cairo. Collabora con diverse testate tra le quali «Micromega», «Nazione Indiana», «Il Fatto Quotidiano» e «Il Corriere della Sera». Per l’editore Aliberti ha curato la collana Dialoghi. Fra i suoi interlocutori: Antonio Tabucchi, Marco Travaglio, Giulio Giorello, Umberto Galimberti, Furio Colombo, Gian Carlo Caselli, Amos Luzzatto, Corrado Augias, Claudio Magris e Margherita Hack. Ha pubblicato, inoltre, il romanzo “Shaitan” e i saggi “Ho vissuto la rivoluzione”, “Egitto o morte”.
Per Aliberti compagnia editoriale è autore di Leggere il Corano nel deserto (intervista a Khaled Fouad Allam), Comportati come se fossi felice (intervista a Claudio Magris) e del saggio Il cattivo infinito.Capire Isis.

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Oggi il cretino è pieno di idee – Enrico Vaime

Cronache e ritratti

 

Non ho paura del diavolo,
ma solo del cretino e dei suoi derivati.

«Voi credete al diavolo? Io no. Per lo meno non nel senso che l’educazione cattolica pretenderebbe. Cattive letture e cattive compagnie (o forse viceversa, dubito da laico) m’hanno convinto nel tempo che non esiste «il Maligno» al quale attribuire tutto il peggio, ma esiste «lo Stupido» al quale il peggio può riferirsi con maggior pertinenza. In questo periodo in cui le immanenze, positive e di conseguenza anche negative, vivono un grande rilancio, io faccio parte di una minoranza di vetero-positivisti, anti-romantici se volete e quasi cinici, fate voi. Nell’infanzia, ammetto, ho attraversato un momento controverso in cui ho nutrito per il demonio (quello con le piccole corna da cerbiatto, la barbetta ovviamente satanica e caprina e la bella coda rosso-vivo) una certa simpatia: cioè lo preferivo agli angeli delle immagini, con quelle facce da secchioni e spie dei preti. Poi è passata: oggi posso definirmi, in campo diabolico, un agnostico, insomma non ho paura del diavolo, ma solo del cretino e suoi derivati.»

«Il libro Oggi il cretino è pieno di idee mi restituisce per intero un mio amico carissimo, Enrico Vaime, scomparso da un anno.
In queste pagine ritrovo la sua ironia, la sua voglia di irridere tutto, anche un momento difficile, e di superarlo così. Ricordo quando lavorammo insieme, Enrico Vaime, Marcello Marchesi ed io, e l’ultima parola, la battuta fulminante, era sempre la sua. Essendo anziano, nella vita ho perso molti amici. Mi mancano tutti, certo, ma di Enrico mi manca la sua intelligenza, il suo avermi insegnato a mettermi sempre un po’ di sguincio rispetto alla vita e non viverla frontalmente.
Ricordo che Enrico quando una volta festeggiammo, non so se il suo compleanno o il mio, disse: «Sai, il più è fatto». Sì Enrico, il più è fatto.»
Maurizio Costanzo

 

 

Enrico Vaime (Perugia, 1936 – Roma, 2021) è stato uno dei padri del varietà televisivo italiano (da “Canzonissima” a “Quelli della domenica”, da “Tante scuse” e “Risatissima”) e teatrale, in ditta artistica con Italo Terzoli (per Garinei e Giovannini hanno scritto “Felicibumta”, “Anche i bancari hanno un’anima”, “La vita comincia ogni mattina” e altri successi). Conduttore dal 1978 del programma radiofonico “Black Out” (Radio 2 Rai) e ospite fisso di “Coffee Break” fino al 2013, su La7 ha condotto “Anni Luce”, “Omnibus Weekend”. Ha al suo attivo numerosi libri, dal primo fortunatissimo “Amare significa…Storia d’amore all’italiana” con Terzoli, ai best seller più recenti “Quando la rucola non c’era”, “Era ormai domani, quasi”, “I cretini non sono più quelli di una volta”, “Cin cin. Bere troppo fa male. Non bere per niente, a volte, fa peggio”, “Il meglio è passato. Il senso della storia e il senso del ridicolo” e “Gli amori finiscono non preoccupatevi”.

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La disperazione di Kurt Cobain – Cosimo Damiano Damato

Con una poesia di Marco Morgan Castoldi

 

 

«La voce di Damato è assai concreta, diretta, e cioè narrativa. Si nota, in questo, la formazione come drammaturgo e regista, per via dell’agilità che possiede la sua parola di trasformarsi in immagine, in creazione, dunque in storia. Potremmo definire a ragione tali scritti dei cuentos, nella migliore tradizione di Robert Musil o dei fragments alla George Perec. Più che poesia, allora, dei racconti che vanno spesso a capo, tanto la linearità del senso e della verità narrativa resiste agli enjemblement e sopravvive all’horror vacui dello spazio bianco. Le immagini mentre derubano una realtà universale, inchiodano ognuno di noi come un colpo di pistola. O per meglio dire, sanno svelare e interpretare i desideri, le mancanze, gli incubi, le aspettative del cuore umano. Una coraggiosa ricerca linguistica».
il Fatto Quotidiano – Angelo Mollica Franco

Cosimo Damiano Damato è nato a Sud in una notte di settembre negli ultimi decenni del Novecento. Fuma sigari Toscani. Si commuove leggendo Don Chisciotte e Gramsci. Ha la tessera dell’anpi e quella di Rifondazione Comunista. Ha ricevuto la benedizione di Don Gallo. Gira per mercatini alla ricerca di teste di bronzo. Ha una collezione di cappelli e pinocchi. È padre d’arte, ha un figlio di nome Nirvana, nato quando Kurt Cobain se n’è andato. Ama da tanti anni la stessa donna di nome Sibilla che gli ha donato un profumo all’incenso. Passeggia sui porti desolati nei giorni di pioggia. Sulla sua carta d’identità alla voce professione c’è scritto Poeta, anche se ha smesso. Non regala fiori morti e ha piantato un melograno. Ogni tanto legge le sue storie in qualche teatro all’italiana, altre volte le pubblica e altre ancora le trasforma in immagini per il cinema. Non crede ai premi, va ai festival solo fuori concorso. Gli piacerebbe tenere un mulo domestico. Si è vaccinato tre volte e attualmente sta scrivendo il suo testamento.

 

 

Cosimo Damiano Damato è nato a Margherita di Savoia nel 1973. La Cineteca Nazionale gli ha dedicato la retrospettiva “Cosimo Damiano Damato: Visioni, fantasie, sogni, rivoluzioni, poesie e follie”. Poeta, drammaturgo, sceneggiatore e regista riesce a far danzare insieme linguaggi diversi: dal teatro al cinema, con la cifra poetica e civile che caratterizza il suo stile narrativo, apprezzato soprattutto nel mondo indipendente d’autore. Il suo ultimo film è “Prima che il Gallo canti – il Vangelo secondo Andrea”, uscito a febbraio in esclusiva sulla nuova piattaforma tv d’autore LOFT (Il Fatto Quotidiano) e che vede la partecipazione amichevole, fra gli altri, di Vasco Rossi, Francesco Guccini, Claudio Bisio, Patty Pravo, Raf, Piero Pelù, Caparezza, Don Ciotti, Stefano Benni, Erri De Luca, Fiorella Mannoia, Patty Pravo. Ha scritto e diretto i videoclip a cartoni animati “Dalla pace del mare lontano” e “La fine di tutti i guai” di Sergio Cammariere (Premio Miglior videoclip d’animazione al Roma VideoClip). A teatro ha debuttato grazie al produttore Angelo Tumminelli. Ha lavorato con Luis Bacalov, Giancarlo Giannini, Arnoldo Foà, Catherine Deneuve, Michele Placido, Riccardo Scamarcio, Lucio Dalla, Renzo Arbore, Moni Ovadia e Antonella Ruggiero. Fra i film che ha scritto e diretto: il cartoon “La luna nel deserto”, con le voci di Violante e Michele Placido e Renzo Arbore (Special Screening al Festival di Venezia e al Giffoni), definito da Vincenzo Mollica “un film poetico che tocca e sconquassa il cuore”. Fra i suoi film cult “Una donna sul palcoscenico” con Alda Merini e Mariangela Melato presentato al Festival di Venezia alle Giornate degli Autori . Per il teatro ha scritto e diretto lo spettacolo musicale “Il bene mio” con Lucio Dalla e Marco Alemanno. Damato è reader e narratore in molti recital: è stato voce recitante nello spettacolo “Poetry Soundtrack” con il Premio Oscar Luis Bacalov e in “Elettroshock” con Antonella Ruggiero, “Lezioni d’amore” con Roberto Vecchioni, “Alda e il soldato rock” con Eugenio Finardi, “Se i delfini venissero in aiuto” con Erri De Luca e l’Orchestra Mediterranea di Moni Ovadia, “Poeti” con Morgan, “La rivoluzione nell’anima” con Raf e Gabriella Labate. Si è esibito insieme a Gherardo Colombo al Concerto del Primo Maggio a Roma, recitando “La libertà” di Giorgio Gaber. Documentarista apprezzato ha raccontato al cinema la vita dei grandi artisti italiani del ’900 fra cui Arnoldo Foà in “Io sono il teatro” (presentato alla Festa di Roma), Tonino Guerra in “Os-cia-la bellezza (con la partecipazione di Abbas Kiarostami) presentato al Festival del Cinema Europeo, Ottavio Missoni in “Missoni Swing” (con la partecipazione di Dario Fo e musiche di Renzo Arbore) presentato al Bif&st. Ha firmato la regia con Isabella Santacroce nello spettacolo teatrale “Via crucis”. Ha scritto e diretto diversi recital che hanno visto la partecipazione di Stefania Sandrelli, Isabella Ferrari, Fabrizio Bentivoglio, Carlo Delle Piane, Pamela Villoresi. “Tu non c’eri” è il film breve scritto da Erri De Luca che vede protagonisti Piero Pelù, Brenno Placido e Bianca Guaccero. Ha condotto il talkshow live “Cinquantanni di improvvisazioni” con Renzo Arbore. Fra i riconoscimenti il Premio Matteo Salvatore, Premio Palmi Sud del Mondo e Roma VideoClip. Tiene corsi di scrittura creativa ed ha condotto diverse conversazioni pubbliche, fra gli altri, con Paolo Villaggio, Vincenzo Cerami, Alessandro Baricco, Vinicio Capossela, Gianni Minà, Ornella Muti, Carlo Verdone, Lina Wertmuller. Fra gli ultimi lavori il film breve “Fernando l’ultimo poeta rivoluzionario venuto dal Sud” dedicato al regista cult Fernando Di Leo con l’amichevole partecipazione di Michele Placido. Per Feltrinelli ha scritto a quattro mani con Erri De Luca la graphic novel L’ora X, una storia di Lotta Continua . Come poeta ha pubblicato la trilogia dell’amore e delle inquietudini: La quinta stagione ( Aliberti) con prefazione di Erri De Luca, L’ultima sequenza di un film di Jarmusch e Leonard Cohen è tornato con prefazione di Alessandro Haber, pubblicati per Dante & Descartes, la prestigiosa casa editrice napoletana diretta da Raimondo Di Maio nella collana che vanta il Premio Nobel Louise Gluck. In uscita per Aliberti Luce che accende la tua notte- le poesie di Che Guevara , con Rizzoli Sono sempre stato libero scritto con Sergio Cammariere.

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